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quello che sono, quello che mi piace, quello che ho da dire.
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perchè mi piace condividere, semplicemente.
e perchè ho bisogno di occupare il tempo secondo qualche amicaXD
spero vi troviate bene qui con me.


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mercoledì 20 marzo 2013

Everything to save you

one-shot VishousxButch sempre appartenente al mio personale universo della confraternita quindi vi beccate la mia Blhame, personaggio creato da me in una precedente fanfiction, ex compagna di V sostanzialmente.



Everything to save you



Vishous tolse gli occhi dal microscopio con un senso di desolazione che lo riempiva completamente.

Ma d'altro canto la sua Jane e superman alias manny manello non avevano trovato nulla, difficilmente ci sarebbe riuscito lui, con le sue conoscenze di genetica abbastanza limitate.


Eppure non desiderava arrendersi.
Bussarono alla porta e la sua ultima speranza apparve sulla soglia, i capelli di fiamma che incorniciavano il suo sorriso comprensivo.
Blhame non parlava sedici lingue, non capiva nulla d'informatica e non sapeva recitare a memoria tutti i tomi delle "cronache", ma nei suoi campi era un genio al pari di V.
Per due secoli aveva studiato l'evoluzione della chimica, della fisica e della biologia e se il vampiro non ricordava male, la sua ex compagna possedeva anche una buona base di nozioni di alchimia.
Se c'era qualcuno che poteva svelare il mistero di Butch - Destroyer era lei.
Eh già quel tarlo gli si era conficcato nella testa e non voleva andarsene.
Vishous aveva una shellan che lo amava, forse in un modo tutto suo, ma lo amava.
E aveva un ex compagna che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui, compreso buttarsi di nuovo in uno scontro mortale con l'Omega, ma lui... lui vedeva solo lo sbirro.
Ci aveva provato davvero a ridimensionare i suoi sentimenti, ma non aveva funzionato.
Jane era uno specchio, in lei vedeva se stesso semplicemente più ammorbidito, Blhame era un fuoco impetuoso, qualcosa che risvegliava in lui gli istinti più ruggenti e meno umani, ma Butch... Butch era quello che lo completava realmente.
E sapeva che lo avrebbe perso prima o poi in quella stra maledetta battaglia contro i non morti.
E non poteva permetterselo.
Blhame interruppe i suoi pensieri posandogli una mano sulla spalla e a quel tocco leggerissimo, sotto i pantaloni, qualcun altro scattò in avanti per porgere i suoi saluti alla vampira.
Imprecando contro se stesso V si costrinse a guardare negli occhi la donna accanto a lui.
"Avanti mi hai chiamato per dare un'occhiata a questi campioni no? Se non ti levi però come faccio a guardare nel microscopio?"
Lei gli sorrise e lui si scansò per farle posto.
Quasi subito la vampira si mise a borbottare tra se e se, lui colse solo alcune parole: sangue, calamita, lesser.
Starle così vicino senza poterla toccare però era una vera tortura,così V se ne andò, lasciandola li a studiare il sangue del suo migliore amico.


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Blhame attraversò il lungo corridoio che portava alla tana con lo stomaco che si contorceva.

Era così ogni volta che aveva a che fare con il suo ex compagno.
Erano passati soltanto gli anni,non l'amore.
Aprì la porta e non si stupì nel trovare V che l'aspettava ai suoi computer, il volto serio e una bottiglia di Goose a fargli compagnia.
Niente preamboli, il vampiro era già fin troppo teso, peggio che la corda di un'arco pronto a scoccare la freccia.
"Forse possiamo fare qualcosa"
V, che ancora non l'aveva guardata, alzò gli occhi di scatto, una vaga luce di speranza nello sguardo.
"Come?"
Blhame si avvicinò al tavolino e gli lasciò il disegno che aveva fatto.
"Tu forgia questo pugnale esattamente com'è disegnato e procurami un po' di sangue di lesser e ancora quello di Butch. Al resto ci penso io"
"Grazie" mormorò lui con un misto di gratitudine e ammirazione.
"Non è detto che funzionerà" lo redarguì lei.
"Funzionerà - rispose lui deciso - tu non sbagli mai"
Un altro giro di samba per le viscere di Blhame.
"Lo spero" sentenziò grava prima di fuggire fuori dalla Tana, mettendo più metri di distanza possibile tra se stessa e l'uomo che amava.

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Butch era perplesso.

Vishous si era chiuso nella fucina per parecchi giorni, Blhame si era chiusa nel laboratorio di fianco al centro di addestramento e nessuno dei due aveva scucito mezza parola sul perchè.
Era chiaro che stavano combinando qualcosa, ma cosa?
Aveva chiesto a Jane, ma la dottoressa aveva elegantemente scosso la testa asserendo che non ne aveva la più pallida idea.
Aveva chiesto a Manello, ma anche lui, seppur con meno finezza, aveva risposto la stessa cosa.
Aveva chiesto a Payne e lei lo aveva guardato con durezza poi se n'era andata senza degnarlo di una misera risposta.
Aveva chiesto ai diretti interessati, ma V gli aveva semplicemente mostrato un pugnale, mentre Blhame non lo aveva nemmeno fatto entrare nel laboratorio.
"Sono impegnata sbirro, non scocciare" aveva detto prima di chiudergli la porta in faccia.
Ma Butch si sentiva in diritto di scocciare eccome.
Non sapeva che cosa gli e ne desse la certezza, ma era convinto che il suo sangue centrasse qualcosa.

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V entrò nel laboratorio con il pugnale in mano.

Era calibrato per il suo polso e aveva il diamante incastonato sull'elsa come Blhame aveva voluto, un piccolo foro al centro del gioiello cavo.
La vampira gli fece cenno di avvicinarsi, aveva in mano una boccetta piena di quello che doveva essere sangue, peccato che aveva il colore dell'ametista.
"Che diavolo hai combinato?" chiese perplesso.
Lei scrollò le spalle e versò il liquido nel diamante, stando attentissima a non versarne fuori nemmeno una goccia.
"Adesso puoi chiuderlo"
V si prese dalla tasca il piccolo tappino in metallo senza discutere, poi si liberò del guanto foderato in piombo e con la sua mano incandescente fece fondere il piccolo tappino sigillando il liquido viola all'interno del diamante.
Vishous fece roteare la lama nella sua mano.
"Non resta che provarlo" disse.
Blhame annuì.
"Spero davvero che funzioni... usalo solo come pugnale da lancio, colpisci all'altezza del cuore e prega la tua cara mammina che tutto vada bene" mormorò sfinita.
Aveva pesanti ombre scure sotto gli occhi.
"Non hai dormito per cinque giorni di fila" non era una domanda, ma un'affermazione.
La vampira si sforzò di sorridere.
"E' tutto ok" bisbigliò di nuovo.
V le posò una mano sulla guancia e lei chiuse gli occhi beandosi del suo calore.
"Non so come ringraziarti, non merito che tu mi sia così devota" sospirò lui un misto di senso di colpa e di sentimenti repressi che gli appesantivano il cuore.
Lei scosse la testa
"Io ti amo Vishous e farò di tutto per vederti felice... anche se nelle mie mani non dovesse rimanere nulla...e adesso vai così io posso finalmente andare a riposare"
Vishous annuì, ma prima di lasciarla la baciò.
Fu un contatto abbastanza breve, labbra che premevano su labbra, un leggero sfiorarsi di lingue, nessuna passione, stranamente, solo affetto e parole non dette.
Poi il vampiro uscì con la sua nuova arma tra le mani, pronto ad usarla contro i nemici della specie.

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Il pugnale tagliò l'aria con un sibilo e si conficcò dritto nel petto del lesser che cadde a terra contorcendosi.

Poi con il solito lampo il lesser sparì.
"Merda - il vampiro digrignò i denti - non ha funzionato"
Ma una volta avvicinatosi al punto in cui era scomparso il corpo per recuperare l'arma vide che il liquido all'interno del diamante era nero come la pece.
"Cosa cazzo?!" imprecò Butch che era arrivato alle sue spalle e aveva lasciato la frase a metà osservando la lama sporca di altro liquido nero.
"Che pugnale è quello?" chiese Rhage che li aveva raggiunti.
Vishous si sfilò nuovamente il guanto e prese il pugnale con la mano maledetta, se davvero quell'arma funzionava come l'impianto di riciclaggio dello sbirro allora nessun altro poteva toccarlo eccetto lui.
Stava per spiegare ai suoi fratelli il miracolo compiuto da Blhame, quando una luce bianca lo accecò e lui si ritrovò steso supino sul freddo marmo bianco del giardino della Vergine Scriba.
Il cinguettare degli uccellini era inconfondibile.
Nel suo campo visivo comparve Blhame, i capelli arruffati e gli occhi gonfi, una mano tesa per aiutarlo ad alzarsi.
"Mammina è arrabbiata" annunciò prima che la sua voce venisse sopraffatta da quella della madre della specie.
"Voi due siete pazzi!" tuonò e perfino i suoi adorati uccellini si zittirono.
Vishous scosse la testa e fece per parlare, ma lei gli e lo impedì quasi soffocandolo.
"No figlio mio ora ascolterai e basta. Tu vuoi che il tuo amico non sia più costretto a mettersi in pericolo, assorbendo il male dentro di sè e questo ti fa onore"
"Ma?" sbuffò Blhame
"Ma - proseguì la Vergine Scriba ignorandola - il processo per l'assorbimento del male è a doppio senso, tu togli il male da lui grazie al tuo potere, ma lui impedisce che quel potere ti uccida o ti faccia impazzire grazie al calore della sua umanità. Se tu userai quel pugnale Vishous assorbirai il male, senza nessuno a farti da contrappeso... impazzirai o morirai e allora che cosa farà la tua razza? Senza di te nemmeno Destrhoyer potrà fare il suo lavoro e allora noi avremo perso due preziosi guerrieri... getta quell'arma Vishous e pensa solo ad affiancare il tuo compagno in battaglia"
E senza attendere risposta svanì.
Le tempie del vampiro pulsavano di rabbia repressa e odio.
Stava imboccando un tunnel pericoloso che culminava con il matricidio.
Fu la mano calda di Blhame che si chiudeva sulla sua a riportarlo indietro.
"L'ascolterai?" chiese con voce intrisa di preoccupazione.
"No" fu la risposta secca di lui.
"Sei davvero disposto a tutto pur di salvarlo allora...e io non sono sicura che lui se lo meriti" una punta di furore in quell'ultima frase.
Vishous la guardò con occhi mesti.
"Mi dispiace"
Lei gli accarezzò ancora per un attimo il dorso della mano poi sorrise altrettanto mesta e se ne andò.
Vishous osservò ancora per un attimo la lama che brillava nella sua mano.
"Qualsiasi cosa - mormorò reinfilandolo nel suo fodero - qualsiasi cosa"





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